Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne fornendo i dati dei centri relativi al 2014 e 2015
Anche quest’anno è arrivato il momento di celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999.
In tutta Italia si terranno manifestazioni ed eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del femicidio e della violenza di genere.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, come ogni anni, celebra il 25 Novembre con una riflessione a partire dai dati di monitoraggio sulla violenza relativi al 2014.
Quante sono le donne che si rivolgono a un centro antiviolenza in Emilia-Romagna?
Le donne accolte dai 13 centri antiviolenza aderenti al Coordinamento, fra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2014, sono state complessivamente 3301. Fra di esse, coloro che hanno subito violenza sono 2978 pari al 90,2% di tutte le donne accolte.
Le donne nuove accolte nel corso del 2014 sono state 2763, di cui 2473 (pari all’89,5%) hanno subito violenza.
Rispetto alle indagini svolte nel 2014, vi sono piccole variazioni connesse più all’entità e alle modalità dell’offerta di risorse che a variazioni nel numero delle donne che subiscono violenza.
Per quanto riguarda il dato della provenienza geografica, le donne accolte nel corso del 2014 che provengono da altri paesi sono 868 e rappresentano il 35,7% di tutte le donne nuove accolte che subiscono violenza. Si tratta di più di un terzo di tutte coloro che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della regione.
Una percentuale rilevante, la cui spiegazione va ricercata sia nell’aumento delle donne straniere fra le residenti; sia nella maggiore identificabilità del centro antiviolenza, come luogo in cui trovare risorse appropriate in una situazione di violenza; sia nella gravità della situazione di bisogno in cui si trovano le donne provenienti da altri paesi, spesso prive di una rete informale di sostegno.
Si aggiunga che, secondo l’ultima indagine svolta dall’ISTAT nel 2014, emerge che le straniere, pur subendo violenze fisiche o sessuali nell’arco della vita nella stessa proporzione delle italiane, patiscono più spesso violenze fisiche e le forme più gravi di violenze sessuali come stupri e tentativi di stupro (ISTAT, 2014).
La presenza di donne straniere risulta al di sopra alla media regionale nei Centri di Imola, Carpi, Lugo, Parma, Reggio Emilia e Modena, presso cui le donne accolte provenienti da altri paesi variano dal 40% al 43%.
Si tratta di città in cui la presenza di donne straniere fra la popolazione residente risulta tendenzialmente più alta che altrove; ma soprattutto, in alcune di esse, i centri hanno posto in essere iniziative specifiche ad esse rivolte.
Un dato costante nel tempo è che la grande maggioranza delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza della regione per chiedere aiuto subisce violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità: si tratta infatti per lo più di donne sposate o conviventi con figli/e. Nel 2014, le donne accolte con figli/e sono 1814 e rappresentano il 79,1% delle donne nuove accolte, che hanno subito violenza. I/le figli/e delle donne accolte sono in totale 3173.
I/le figli/e che subiscono violenza diretta o assistita sono 1619, pari al 51% di tutti i figli/e delle donne accolte.
Ma quali forme di violenza subiscono principalmente le donne?
Le donne che subiscono violenza psicologica sono il 91,2% (2255 donne); quelle che subiscono violenza fisica sono il 67,8% (1677 donne); quelle che subiscono violenza economica sono il 41,2% (1018 donne); quelle che subiscono violenza sessuale sono il 14,3% (353 donne).
Rispetto al 2013 sono aumentate di 2-4 punti percentuali le donne che subiscono violenze fisiche, psicologiche ed economiche.
Rimane stabile il numero di coloro che hanno subito violenze sessuali. Le violenze più diffuse fra le donne accolte sono quindi le violenze psicologiche.
I bisogni e le richieste espresse dalle donne variano dalla richiesta di informazioni al bisogno di sfogarsi, dalla ricerca di strategie per uscire dalla violenza alla richiesta di una consulenza legale.
Nei casi in cui le violenze sono più gravi, e vi è una situazione di pericolo, le donne chiedono ospitalità nelle case rifugio: nel corso del 2014, le donne ospitate dai centri antiviolenza del Coordinamento regionale sono state 187, di cui 129 (il 69%) con i figli/e. I figli/e ospitati sono stati 205.
Rispetto al 2013 si registra un aumento tanto delle donne ospitate che dei figli/e: di 23 unità le prime, di 18 i secondi.
Per quanto riguarda la violenza estrema, il femicidio, da gennaio 2015 a oggi sono 5 le donne in Emilia-Romagna uccise dalla violenza maschile.
Il Coordinamento ha reso pubblici anche i dati relativi al 2015, raccolti dal 1 gennaio al 31 ottobre 2015. Le donne accolte in questo periodo sono già 2884, di queste il 91%, 2636, ha subito violenza e si registrano 1999 nuovi contatti.
Confermata anche la percentuale di straniere, che si assesta al 36%.
La forma di violenza più diffusa resta la violenza psicologica (92%) seguita dalla violenza fisica (65%).
A questo link le tavole con tutti i dati relativi al 2014.
In conclusione, i dati ci raccontano che la violenza sulle donne in Emilia-Romagna si mantiene un fenomeno piuttosto costante.
Numeri e cifre che devono sì servire ai centri antiviolenza a migliorare la risposta, ma che possono e devono aprire gli occhi sul fenomeno della violenza, un fenomeno ancora troppo spesso sottostimato, mal interpretato e strumentalizzato.
Un dato certo è che la diffusione di una corretta informazione e campagne di promozione di una cultura del rispetto e della parità uomo-donna aiutano a delegittimare socialmente la violenza maschile.
Buon 25 Novembre a tutte e tutti!
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