IL PRIMO APPUNTAMENTO DELLE INIZIATIVE
PER CELEBRARE IL 25 NOVEMBRE
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE
Il primo appuntamento delle iniziative organizzate dal coordinamento delle Associazioni femminili di Modena per celebrare la giornata contro la violenza alle donne, si terrà mercoledì 19 novembre, presso la Palazzina Pucci (via Canaletto Sud, 110); ha come titolo “Amore e violenza. Fattore molesto della civiltà” ed è costituito da una mostra fotografica e dalla presentazione del libro “Donne al Centro”, con fotografie di Valeria Sacchetti e gli interventi di Barbara Bertolani, della casa delle Donne contro la violenza di Modena, Carmen Marini, presidente dell’Associazione Nondasola di Reggio Emilia, Lea Melandri, scrittrice e giornalista, presidente della Libera Università delle donne di Milano, Valeria Sacchetti, fotografa. Modera: Natalya Lyamkina, vicepresidente dell’Associazione Casa delle donne contro la violenza.
L’obiettivo del libro è stato quello di documentare con il linguaggio espressivo della fotografia il percorso di uscita dalla violenza. In particolare, si è scelto di incontrare quei vissuti e quelle esperienze nel luogo a cui molte donne si rivolgono per chiedere aiuto: il centro Antiviolenza. Raccontare storie di violenza subita ma anche di riscatto, di ricostruzione della propria vita libera dalla violenza fermando l’obiettivo sugli ‘spazi’ che le accolgono. Spazi gestiti da associazioni femminili che praticano la relazione tra donne quale strada per sostenere le donne nel percorso di uscita dalla violenza, nell’acquisire consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti, nel rimettere al centro i propri desideri, bisogni, aspettative.
L’intervento di Lea Melandri intende sondare le radici della violenza alle donne e come questa è percepita e comunicata all’interno della società. “Come mai una violenza che è presente da secoli nel rapporto tra uomo e donna è diventata solo da pochi anni una ‘emergenza’? Come mai le donne stesse che la subiscono quotidianamente esitano a portarla allo scoperto, a sporgere denuncia? E’ solo per paura o perché è ancora difficile riconoscerla, distinguerla dall’amore? Queste sono le domande alla quale la scrittrice e giornalista darà risposte tratte dalla sua esperienza di presidente della Libera Università delle donne di Milano e raccolte nel libro che dal quale prende il titolo l’iniziativa. Così come darà una sua interpretazione sul come i nostri condizionamenti sociali spostino la figura dell’aggressore sullo straniero, sulle culture arretrate, sebbene la cronaca quotidiana e i dati statistici dicono che a violentare, uccidere, perseguitare, siano uomini legati affettivamente, famigliarmente alle vittime. Ed è per questo che Lea Melandri intende approfondire questo tipo di violenza del tutto particolare che ha parentele insospettabili con l’amore.
Si ringrazia CONAD per il sostegno all’iniziativa.